Il rischio di complicanze legate alla gravidanza dopo un tumore intraepiteliale cervicale di grado 3 (CIN 3) è diminuito nel tempo, grazie ai progressi nel trattamento. A evidenziarlo è uno studio condotto Wei He e colleghi del Karolinska Institutet di Stoccolma e pubblicato da Annals of Internal Medicine, secondo il quale, però, le donne trattate per CIN 3 dovrebbero comunque essere gestite come ‘ad alto rischio’, per ridurre il rischio di parto pretermine, sepsi infantile e altri problemi.
Il trattamento del CIN 3 rimuove o distrugge parte della cervice e potrebbe influenzare gli esiti della gravidanza. Tuttavia, nel corso degli anni il trattamento è migliorato e oggi si usano metodi più conservativi. Per lo studio, il team ha analizzato i dati di cinque registri nazionali svedesi per valutare gli esiti della gravidanza in donne con diagnosi di CIN3 tra il 1973 e il 2018. In particolare, sono state identificate 78.450 nascite dopo la diagnosi di CIN 3 nella madre, messe a confronto con 784.500 parti da donne senza diagnosi della forma tumorale.
Anche dopo aver preso in considerazione i fattori familiari, il trattamento per CIN 3 era significativamente associato a complicanze in gravidanze, inclusi parto pretermine, infezioni e sepsi infantile e morte neonatale precoce. Da notare, secondo i ricercatori, è che il rischio di tutte le complicanze della gravidanza nelle donne trattate per CIN 3 è diminuito, però, nel periodo di studio di 46 anni e il rischio di morte infantile è praticamente scomparso. Un aspetto che potrebbe essere riconducibile ai metodi di trattamento meno invasivi.

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